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al testo di Salvatore Solinas
il canto del sole
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Ho disceso tutti i piedistalli Tutti i dorati, illusori altari I cieli infuocati dei tramonti. Ho fatto il bagno in malinconici mari Freddi come sepolcri Ho chiuso gli occhi stanchi Sulle sofferenze del mondo. Non sono un dio, nemmeno un uomo Sono una cosa fragile Un grumo d’energia Dove s’agita il sogno. E i sentimenti, i pensieri Non sono più reali e consistenti Delle folate di vento Di questa Primavera Che indora di ginestre le colline In riva al mare.
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laura
- 13/06/2009 19:55:00
[ leggi altri commenti di laura » ]
Caspita Salvatore! Che poesia forte e evocativa! Bene! Ciao Laura
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aliza
- 13/05/2009 22:28:00
[ leggi altri commenti di aliza » ]
Stupenda! il riconoscimento in sè della fragilità di un uomo che, discesi tutti i piedistalli, ha imparato ad accettare la debolezza di chiudere gli occhi stanchi sulle sofferenze del mondo, e di non nutrire più grandi ideali, rifugiandosi, forse, nel sogno.
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Loredana Savelli
- 13/05/2009 20:00:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Le cose fragili sono certamente le più preziose. Discendono "i piedistalli e gli illusori altari" ma erano le uniche realtà a poter aspirare a quelle altezze, dalle quali, volontariamente, possono anche scendere: una lettura mistica, forse, come trovo sia tutta la bellissima poesia.
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Lorena Turri
- 13/05/2009 18:50:00
[ leggi altri commenti di Lorena Turri » ]
"sono una cosa fragile"
Bella.
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Alessio Romano
- 13/05/2009 16:53:00
[ leggi altri commenti di Alessio Romano » ]
Dispersiva come il cielo, estensiva come il sesso, rispecchiante come lacqua.
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